SOFFERENZE
Quanti dispiaceri, dolori, tristezze e afflizioni si attraversano nell’arco della vita e spesso non ricevendo alcuna risposta in merito e senza comprenderne le ragioni.
Guardandoci intorno e ascoltando le varie notizie ci rendiamo subito conto che la grande maggioranza delle informazioni altro non è che negativa. I mass media, “sfornano” in continuazione aberranti annunci, la gente è stanca di ascoltare tutto ciò, ma la realtà non cambia: il mondo giace nella sofferenza!
Quante sofferenze, bambini abbandonati, donne violentate, famiglie disgregate, persone sfruttate e trattate come bestie, e, volendo parafrasare quanto soprascritto, si potrebbero citare le seguenti fasce di “dolore” e “sofferenza”: sofferenza morale,
sociale, economica, psicologica, fisica, lavorativa, emotiva, di solitudine, d’insoddisfazione, d’incomprensione, d’ingiustizia etc, etc… Si potrebbero ancora aggiungere tante altre sofferenze, ma la peggiore di tutte è la sofferenza SPIRITUALE. E’ una sofferenza non palpabile, la qual genera vuoto interiore e insoddisfazione, la causa di tale sofferenza è il peccato che, purtroppo, oggi non è considerato tale, molti sono del parere che tutto è ammissibile e ammesso, tutto è lecito e tutto è buono, questo genere di ragionamenti comporta una grave e profonda disgregazione della società, avvero, dei valori sociali. Grazie al libero arbitrio, l’uomo può scegliere di condurre una vita le cui sofferenze sono alleviate e allontanate, o rimanere in una condizione di sofferenza. Un verso della parola di Dio rafforza quanto soprascritto: “ma l'uomo nasce per soffrire, come la favilla per volare in alto”. Giobbe 5:7. Tale citazione vuole rimarcare che nella vita bisogna attraversare periodi con i quali si convive con la sofferenza e che la vita stessa è “coronata” dalla sofferenza, ma contemporaneamente offre la possibilità di uscirne fuori attraverso il volo. L’uomo è posto a un bivio affinché possa scegliere; con Dio si può volare come una favilla, senza Lui, di conseguenza si abbraccerà la sofferenza senza alcuna via d’uscita.
Molti pensano che togliendosi la vita abbiano risolto i problemi delle loro sofferenze, ma non è così! Il primo aspetto più rimarchevole ed evincente è la sofferenza di coloro che rimangono in vita i quali dovranno patire la drammatica realtà della morte di un proprio caro e della sua perenne assenza. Dovranno accollarsi le varie problematiche lasciate in sospeso e continuare a vivere con un “peso” in più oltre a quelli già esistenti e la loro condizione diventa peggiore in quanto alle sofferenze si aggiungono altre sofferenze!!! Dinanzi a questa triste e “disgraziata” situazione, hanno però l’opportunità di condurre una vita alleviata e Colui che la offre è Cristo Gesù che disse: “Venite a me, voi tutti che siete travagliati ed aggravati, e io vi darò riposo. Prendete su voi il mio giogo ed imparate da me, perch'io son mansueto ed umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre; poiché il mio giogo è dolce e il mio carico è leggero”.
Matteo 11:28-30
Il secondo aspetto più angoscioso, di coloro che si tolgono la vita, è la condizione irrevocabile; oltre ad aver offeso l’Eterno per aver “disprezzato” la vita concessa da Lui, il loro status non potrà più essere cambiato perché dopo la morte abbracceranno l’eternità andando alla perdizione. Decretano la propria condanna e la sentenza è proclamata dalla loro azione, in sintesi il loro gesto promulga la colpevolezza.
Dopo la morte sono riservate due destinazioni, una benefica e l’altra malefica, la prima sarà una condizione che si protenderà con la presenza divina, mentre l’altra, sarà pessima in quanto la compagnia sarà del diavolo e degli angeli decaduti. Tale presupposto è la sofferenza della quale l’uomo si deve allarmare e preoccupare. Anche se potrebbe sembrare un discorso infantile e trapassato, stiamo parlando del paradiso e dell’inferno. Il Profeta Daniele circa 2600 anni fa, scriveva nel suo libro: “E molti di coloro che dormono nella polvere della terra si risveglieranno: gli uni per la vita eterna, gli altri per l'obbrobrio, per una eterna infamia”. Daniele 12:2. Anche l’Apostolo Paolo si esprimeva nella seguente forma: “ Perciò, o uomo, chiunque tu sii che giudichi, sei inescusabile; poiché nel giudicare gli altri, tu condanni te stesso; poiché tu che giudichi, fai le medesime cose. Or noi sappiamo che il giudizio di Dio su quelli che fanno tali cose è conforme a verità. E pensi tu, o uomo che giudichi quelli che fanno tali cose e le fai tu stesso, di scampare al giudizio di Dio? Ovvero sprezzi tu le ricchezze della sua benignità, della sua pazienza e della sua longanimità, non riconoscendo che la benignità di Dio ti trae a ravvedimento? Tu invece, seguendo la tua durezza e il tuo cuore impenitente, t'accumuli un tesoro d'ira, per il giorno dell'ira e della rivelazione del giusto giudizio di Dio, il quale renderà a ciascuno secondo le sue opere: vita eterna a quelli che con la perseveranza nel bene operare cercano gloria e onore e immortalità; ma a quelli che son contenziosi e non ubbidiscono alla verità ma ubbidiscono alla ingiustizia, ira e indignazione. Tribolazione e angoscia sopra ogni anima d'uomo che fa il male; del Giudeo prima, e poi del Greco; ma gloria e onore e pace a chiunque opera bene; al Giudeo prima e poi al Greco; poiché dinanzi a Dio non c'è riguardo a persone. Infatti, tutti coloro che hanno peccato senza legge, periranno pure senza legge; e tutti coloro che hanno peccato avendo legge, saranno giudicati con quella legge; poiché non quelli che ascoltano la legge son giusti dinanzi a Dio, ma quelli che l'osservano saranno giustificati”. Romani 2:1-13
La perdizione eterna sarà un’ineguagliabile “sofferenza”, per la quale non ci sarà alcuna soluzione alternativa, non ci sarà nessuna possibilità di cambiamento, non ci sarà alcun termine, non sarà concessa un’altra possibilità per realizzare la vita eterna. L’unica soluzione per scampare a tale sofferenza è accettare Cristo Gesù quale personale Salvatore che il Padre celeste ha provveduto come riscatto delle anime nostre “Poiché Iddio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figliuolo, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna”. Giovanni 3:16.
Anche il nostro Maestro nell’esposizione del giudizio si espresse molto chiaramente e soprattutto con molta determinazione, di seguito il suo discorso:
“Or quando il Figliuol dell'uomo sarà venuto nella sua gloria, avendo seco tutti gli angeli, allora sederà sul trono della sua gloria. E tutte le genti saranno radunate dinanzi a lui; ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri; e metterà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. Allora il Re dirà a quelli della sua destra: Venite, voi, i benedetti del Padre mio; eredate il regno che v'è stato preparato sin dalla fondazione del mondo. Perché ebbi fame, e mi deste da mangiare; ebbi sete, e mi deste da bere; fui forestiere, e m'accoglieste; fui ignudo, e mi rivestiste; fui infermo, e mi visitaste; fui in prigione, e veniste a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai t'abbiam veduto aver fame e t'abbiam dato da mangiare? o aver sete e t'abbiam dato da bere? Quando mai t'abbiam veduto forestiere e t'abbiamo accolto? o ignudo e t'abbiam rivestito? Quando mai t'abbiam veduto infermo o in prigione e siam venuti a trovarti? E il Re, rispondendo, dirà loro: In verità vi dico che in quanto l'avete fatto ad uno di questi miei minimi fratelli, l'avete fatto a me. Allora dirà anche a coloro della sinistra: Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato pel diavolo e per i suoi angeli! Perché ebbi fame e non mi deste da mangiare; ebbi sete e non mi deste da bere; fui forestiere e non m'accoglieste; ignudo, e non mi rivestiste; infermo ed in prigione, e non mi visitaste. Allora anche questi gli risponderanno, dicendo: Signore, quando t'abbiam veduto aver fame, o sete, o esser forestiero, o ignudo, o infermo, o in prigione, e non t'abbiamo assistito? Allora risponderà loro, dicendo: In verità vi dico che in quanto non l'avete fatto ad uno di questi minimi, non l'avete fatto neppure a me. E questi se ne andranno a punizione eterna; ma i giusti a vita eterna”. Matteo 25:31-46.
Se dovessimo rivolgere la nostra attenzione alla cruenta morte messa in atto dai
Kamikaze, immediatamente ci renderemmo conto che non è una buona azione e particolarmente non reca alcun benessere e non produce nulla di conveniente, ma, congiungendoci con il precedente accenno, appuriamo che Dio non acconsente al siffatto operato!!! Quando ci si rivolge alla parola kamikaze si fa riferimento a quegli individui che consapevolmente o quasi, decidono di porre fine alla propria esistenza, mediante atti di terrorismo (definita da loro “Guerra Santa”).
Il termine Kamikaze è originario dal Giappone e significa Vento divino. Deriva dal nome del tifone che nel 1281 distrusse la flotta mongola, mentre tentava l'invasione del Giappone. I Kamikaze diventano protagonisti della storia, durante la seconda guerra mondiale. Sono militari giapponesi che con i loro aerei carichi di carburante ed esplosivo, si lanciavano contro le navi statunitensi nell'estremo tentativo di fermare l'avanzata americana. I Terroristi giapponesi esportarono in seguito, la tecnica Kamikaze in Medio Oriente attraverso Okamoto Kozo, un attentatore di Tel Aviv che nel maggio del 1972 insieme a 2 compagni sparò all'impazzata contro la folla avendo indosso bombe a mano in modo da esplodere se colpito dai poliziotti. Okamoto fu condannato all'ergastolo, ma nel 1985 divenne oggetto di scambio di prigionieri tra israeliani e palestinesi. Venne quindi accolto in Libano come un eroe e il governo di Beirut gli concesse l'asilo politico, risparmiandogli l'estradizione in Giappone.
Ma come si entra nel gruppo dei "suicidi"?
Per diventare vento divino nella seconda guerra mondiale non bastava essere devoti all'imperatore a dispregio della propria vita ma bisognava essere ammessi in un corpo speciale, riservato esclusivamente per pochi eletti che si sentivano già in Paradiso.
E nel Terzo Millennio?
In Palestina ci sono vere e proprie scuole ed i gruppi integralisti reclutano le truppe della morte per lo più nelle frange più disagiate della popolazione: si chiamano Shahid. Sono spesso giovani che vivono in condizioni miserabili, ai quali si promette un futuro glorioso. I giovani si sentono quasi onorati a far parte di tali organizzazioni. Dalla povertà e dall'anonimato vengono catapultati, nella loro ottica plagiata, in qualcosa di grande. Essi apprendono che gli attacchi suicidi sono il modo più efficace per colpire Israele e che coloro che muoiono nel nome di Allah, ottiengono un posto in paradiso dove vengono accolti da settanta vergini.
Mohammed el Hattab è uno dei maestri del corso ed lasciato la seguente affermazione: "Insegniamo ai nostri ragazzi che le bombe suicide sono l'unica cosa che veramente spaventa gli israeliani"; "Inoltre spieghiamo loro che abbiamo diritto di fare questo e che dopo l'attacco suicida il martire che l'ha compiuto va al più alto livello del paradiso".
Mi permetto di concludere asserendo che tutte queste illusioni, faranno mietere tante delusioni.
Dato che il principe di questo secolo domina accecando le MENTI degli uomini, opera come e dove vuole, le notizie che ascoltiamo confermano la Parola di Dio. “E se il nostro vangelo è ancora velato, è velato per quelli che son sulla via della perdizione, per gl'increduli, dei quali l'iddio di questo secolo ha accecato le menti, affinché la luce dell'evangelo della gloria di Cristo, che è l'immagine di Dio, non risplenda loro”. 2° Cor. 4:4. “Ma lo Spirito dice espressamente che nei tempi a venire alcuni apostateranno dalla fede, dando retta a spiriti seduttori, e a dottrine di demoni”. 1° Tim. 4:1.
SOFFERENZA; che triste condizione, c’è chi soffre per male fisico, per male morale e per male spirituale, e le conseguenze sono pene e dolori, ma sia ringraziato Dio che c’è anche la SOLUZIONE. Le sofferenze comportano sempre dei disagi e pianti, quanti visi abbiamo visto o vediamo le cui gote sono attraversate da lacrime?
Quanti visi cha lasciano trapelare la sofferenza del cuore che l’occhio umano non vede? Quante sofferenze non proclamate che accompagnano l’esistenza dell’uomo, sofferenze che non si notificano a causa di vergogna o di mancanza di temerarietà, molti preferiscono soffrire che parlare, altri preferiscono soffrire per amore di pace, altri ancora, soffrono anziché reagire per assenza di sostegno, molti altri si tacciono perchè succubi d’oppressioni e ricatti… …la lista potrebbe essere ancora stilata, ma siamo consci e consapevoli che prolungandola, produrrebbe solo ferite e commozioni le quali lasciano una profonda scia nel cuore di chi le legge o le ascolta. Con molta probabilità chi legge questo semplice stralcio potrebbe essere qualcuno che sta soffrendo o invece è a conoscenza di qualcuno che soffre per ragioni conosciute o sconosciute, ma bisognoso d’aiuto. Probabilmente sta cercando un “appoggio”, un “rimedio” per alleviare o risolvere qualche sofferenza… l’espediente anelato esiste ed ha un duplice effetto che si realizzerà sia nell’immediato che con proiezione avveniristica, ovvero futuristica. Non si tratta di abbracciare una religione, n’è di una formula “magica” , è totalmente gratuita e non comporta nemmeno prendere un impegno che comporti responsabilità civili o penali, ma si tratta di aprire il cuore ad una persona speciale il cui nome è Gesù. Credere in Lui, confessare i propri peccati e riconoscerlo come personale Salvatore permettendogli di entrare e di dimorare nel cuore.
Egli è un amico, un vero amico che sa comprenderti, volerti bene, essere sempre presente quando lo cerchi, sempre disposto e disponibile in ogni momento della giornata, nottata o mattinata, un amico pronto ad ascoltarti e consigliarti, disposto ad intervenire e stendere la Sua mano verso di te per risollevarti, confortarti, consolarti, sostenerti e condurti durante il cammino della vita. Egli è per eccellenza il Principe della Pace, Colui che ha l’autorità di poter dichiarare: "Tu sei il mio servo; t'ho scelto e non t'ho reietto, tu, non temere, perché io son teco; non ti smarrire, perché io sono il tuo Dio; io ti fortifico, io ti soccorro, io ti sostengo con la destra della mia giustizia.
Io, l'Eterno, il tuo Dio, son quegli che ti prendo per la mia man destra e ti dico: "Non temere, io t'aiuto!" Non temere, o Giacobbe che sei come un verme, o residuo d'Israele! Son io che t'aiuto, dice l'Eterno; e il tuo redentore è il Santo d'Israele”. Isaia 41:9-14.
Per quel che concerne la vita futura, ecco cosa è stato riservato dall’Agnello di Dio:
Poi vidi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il primo cielo e la prima terra erano passati, e il mare non era più.
E vidi la santa città, la nuova Gerusalemme, scender giù dal cielo d'appresso a Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo.
E udii una gran voce dal trono, che diceva: Ecco il tabernacolo di Dio con gli uomini; ed Egli abiterà con loro, ed essi saranno suoi popoli, e Dio stesso sarà con loro e sarà loro Dio; e asciugherà ogni lagrima dagli occhi loro e la morte non sarà più; né ci saran più cordoglio, né grido, né dolore, poiché le cose di prima sono passate.
E Colui che siede sul trono disse: Ecco, io fo ogni cosa nuova, ed aggiunse: Scrivi, perché queste parole sono fedeli e veraci.
Poi mi disse: E' compiuto. Io son l'Alfa e l'Omega, il principio e la fine. A chi ha sete io darò gratuitamente della fonte dell'acqua della vita.
Chi vince erediterà queste cose; e io gli sarò Dio, ed egli mi sarà figliuolo; ma quanto ai codardi, agl'increduli, agli abominevoli, agli omicidi, ai fornicatori, agli stregoni, agli idolatri e a tutti i bugiardi, la loro parte sarà nello stagno ardente di fuoco e di zolfo, che è la morte seconda”. Apocalisse 21:1-8
Dio ti benedica.
Pastore Carlo Di Maddalena